In Italia gli studenti fuorisede sono sempre più numerosi; tantissimi sono infatti i giovani che, una volta concluse le scuole superiori, decidono di trasferirsi in un’altra città per proseguire gli studi. Le motivazioni che portano a questa scelta sono varie e vanno dalla volontà di voler seguire un preciso corso di studio, al desiderio di iscriversi ad una determinata Università, passando per l’obbligo di doversi trasferire perché la propria città non ha un Ateneo.
Insomma le motivazioni sono davvero tante, e questo ci permette di capire come mai quello degli studenti fuori-sede sia un fenomeno in costante crescita. Se trasferirsi in un’altra città può essere decisamente stimolante, sotto certi punti di vista può causare qualche preoccupazione, soprattutto sul versante economico. E’ vero che molti studenti possono ricorrere alle borse di studio e ai sussidi, ma in alcuni casi questi aiuti, uniti a quello della famiglia, possono rivelarsi non sufficienti. Tasse universitarie, acquisto di libri e materiali, e soprattutto affitto di una casa o di una stanza rappresentano per molti studenti delle spese consistenti.
In particolare ad incidere molto sul bilancio degli studenti fuori sede è l’affitto di una stanza in un appartamento in condivisione, soprattutto in determinate città dove i prezzi sono letteralmente alle stelle. In città come Roma e Milano si possono spendere fino a 450 euro per una stanza, a Firenze e Pisa e le altre città toscane dove i prezzi si stabilizzano intorno ai 300, decisamente molto di più per un soggiorno di una settimana in un hotel Siena o Firenze, mentre più economiche sono le sistemazioni al sud, soprattutto a Lecce e Palermo dove il prezzo per una stanza si aggira sui 180 euro. E’ proprio la necessità di far fronte a queste spese, senza gravare troppo sul bilancio familiare, a spingere la maggior parte degli studenti fuorisede a studiare e lavorare contemporaneamente; un doppio impegno che certamente può essere gravoso e che si deve gestire con la dovuta attenzione.
Si perché molto spesso i cosiddetti “lavoretti” possono portare troppo tempo via allo studio, cosa, questa, che accade quasi certamente se, mentre si sta completando il proprio percorso universitario, ci si imbatte in un lavoro già più o meno importante. Ecco perché la maggior parte degli studenti fuorisede optano per i lavori nei fine-settimana, o per i part-time, privilegiando in buona parte dei casi anche i telelavori, ovvero quelli che si possono svolgere direttamente da casa.