La tassa di soggiorno è diventato un argomento molto discusso tra gli albergatori della riviera romagnola, soprattutto tra quelli di Riccione e Rimini dopo la protesta in piazza verificatasi nella giornata di ieri 14 novembre a Riccione.
“La tassa del soggiorno porterà alla chiusura di tanti alberghi, perché noi al contrario del sistema industriale non possiamo di certo delocalizzare, si lamentano tanto ma poi a loro basta tenere due impiegati e spostare la produzione in Cina, i nostri hotel invece mica hanno le ruote”, così ha dichiarato Terenzio Medri, il presidente di Confturismo Emilia-Romagna. “La partecipazione è stata ottima, i titolari di hotel non sono una categoria abituata a proteste di questo genere eppure hanno risposto all’appello tutti gli addetti ai lavori”.
Gli albergatori intorno alle 17 della giornata di ieri hanno sfilato fino al municipio di Riccione. Sulla scalinata del municipio hanno deposto le sciarpe nere con la scritta “No alla tassa di soggiorno”.
Il timore del presidente di Confturismo è largamente giustificato. L’introduzione della tassa di soggiorno metterebbe in serie difficoltà gli hotel della riviera. Molte strutture ricettive della riviera romagnola rischierebbero di non riuscire a sostenere determinate spese e a trovarsi dinanzi a scelte difficili come la chiusura o meno del proprio albergo.
Gli albergatori che hanno manifestato a Riccione sperano che questa tassa di soggiorno, che potrebbe riguardare gli hotel situati da Piacenza a Rimini, non sia introdotta.