Il 15 ottobre 2011 il ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla ha inaugurato la nascita del nuovo Palacongressi di Rimini. Il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, aveva pronosticato che è un’opera che permetterà di “portare maggiore benessere e ricchezza“.
In controtendenza di ciò c’è lo scottante tema delle royalties necessarie a cofinanziare, con 28 milioni di euro su 117 complessivi, in 25 anni, la magnifica struttura congressuale appena inaugurata. Mentre i soci di Aia Palas pagheranno il 10% (12% con la quota gestione) su ogni presenza e otterrano gratuitamente le card per i loro clienti, diversamente gli hotel non consorziati dovranno acquistare pacchetti di card.
Ma perché non pagano anche le altre categorie economiche che hanno benefici dai congressi? è una domanda che si pongono molti albergatori di Rimini.
Pagheranno quindi gli hotel soci di Aia Palas, ma anche tutti gli alberghi non soci, quelli che finora ospitano i congressisti senza pagare alcuna royalty a Rimini Fiera. Lorenzo Cagnoni, il presidente di Rimini Fiera, è stato chiarpo:«Sia gli hotel di Aia Palas che tutti gli altri devono pagare il Palacongressi. Non ci devono essere più vantaggi per gli uni o gli altri, è giusto che tutti contribuiscano, traendo tutti benefici dal Palacongressi».
Il meccanismo studiato per far contribuire gli alberghi verrà sperimentato dal 28 ottobre 2011, con il congresso nazionale dei Comunisti italiani. Da quel giorno non sarà più possibile accedere al Palas senza una card che andrà esibita all’ingresso. Alba Pellegrini, il presidente del consorzio Aia Palas, ha sottolineato che sarà cura dell’hotel attivarsi per ricevere la card di ingresso. La società metterà a disposizione il personale per consegnare la card 24 ore su 24 nei giorni di congressi.