Dopo un iter parlamentare lungo e travagliato è entrata in vigore a fine agosto 2017 l’abolizione in via definitiva della Parity Rate. Adesso gli hotel possono offrire un prezzo migliore rispetto alle OTA (Online Travel Agency). Fino ad oggi i siti di prenotazione online come Booking.com garantivano al cliente la tariffa migliore per il soggiorno, mentre si vietava agli albergatori di fare offerte. Ora, gli hotel, possono praticare tariffe migliorative rispetto a quelle pubblicate sui portali e quindi tutelarsi dalla concorrenza delle OTA.
Questa novità è inserita nel comma 166 all’interno della legge sulla concorrenza (legge 124/2017) e recita:
è nullo ogni patto con il quale l’impresa turistico-ricettiva si obbliga a non praticare alla clientela finale, con qualsiasi modalità e qualsiasi strumento, prezzi, termini e ogni altra condizione che siano migliorativi rispetto a quelli praticati dalla stessa impresa per il tramite di soggetti terzi, indipendentemente dalla legge regolatrice del contratto”
Ora la vacanza si prenota direttamente dal sito web della struttura ricettiva, infatti, secondo una recente ricerca di Federalberghi, metà degli italiani è contenta di tornare a prenotare il soggiorno rivolgendosi direttamente all’hotel.
E’ la 4° volta che le agenzie online escono sconfitte da questa situazione; prima dell’Italia, infatti, anche Germania, Francia e Austria avevano deciso di abolire tutte le clausole di Parity Rate.
Booking.com, dal canto suo, mostra una certa contrarietà nei confronti del provvedimento emanato dal Governo italiano ritenendo che la nuova legge “violi le normative dell’Ue e sia in contrasto con gli sforzi della Commissione Europea per promuovere l’innovazione digitale a livello europeo”.