L’introduzione di nuove imposte è sempre un fatto che genera malumori a seconda della classe sociale oppure del settore economico che colpisce maggiormente. Una tassa che fa molto discutere e che riguarda il turismo italiano è la tassa di soggiorno.
Gli albergatori hanno timore di questa tassa in quanto potrebbe mettere in cattiva luce un settore che negli ultimi anni ha avuto alti e bassi in relazione a una crisi economica mondiale. Non tutti i lavoratori del settore turistico hanno ben chiaro cosa sia effettivamente e in cosa consista la temutissima tassa di soggiorno.
Innanzitutto la tassa non può essere applicata da tutti i comuni italiani indistintamente, ma solo da Comuni capoluogo di provincia. Inoltre fanno eccezione quei comuni inclusi negli elenchi regionali delle località turistiche o in quelle delle città d’arte.
Previsto un tetto massimo di cinque euro per ogni notte in cui si soggiorna in albergo. La tassa di soggiorno è un supplemento che ogni turista dovrà pagare per ogni notte trascorsa in una struttura ricettiva, hotel, residence o campeggio che sia (da 1€ a un massimo di 5€ in base alla struttura). Ovviamente un hotel a 5 stelle avrà una tassa di soggiorno più alta rispetto ad una struttura a 3 stelle o di classificazione inferiore.
Non tutti i comuni italiani hanno già introdotto la tassa di soggiorno per i turisti delle strutture ricettive. Gli albergatori di tutta Italia, o la maggior parte di essi, sono categoricamente contrari.